Ministro Giorgetti: “Non è intenzione del Governo procedere alla proroga delle misure relative al 110%”.
Scritto da Giovanni Benaglia
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Con risposta fornita oggi 13 settembre al question time alla Camera dei Deputati, il Ministro dell'Economia e Finanza Giorgetti, a nome del Governo, mette fine alle voci che si sono rincorse nelle ultime settimane circa la volontà di prorogare al 2024 il superbonus per i condomini.
“L’effetto espansivo non è stato tale da rendere lo strumento a impatto nullo per il conto economico delle amministrazioni pubbliche”, dice il Ministro Giorgetti per poi aggiungere: “In sintesi se da una parte la stima dell’impatto macroeconomico del superbonus 110% è incerta, dall’altra parte la quantificazione dei costi per le finanze pubbliche è certa, e dovrà darsene conto anche nella prossima nota di aggiornamento al Def”.
Il Ministro, poi, solleva dei dubbi anche sull’equità della misura del superbonus che “è stato pagato da tutti gli italiani” ma ad usufruirne materialmente è stato solo “il 3% del patrimonio immobiliare formato da prime e seconde case, al mare e ai monti, di ricchi e di poveri, e anche sei castelli”. Proprio per questa iniquità il Governo non ha intenzione di “procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute”.
Allo studio, invece, misure per favorire maggiormente “la verifica della bontà di quelli ancora in possesso dei cittadini e delle imprese e sorti nel periodo antecedente l’introduzione dei vincoli di appropriatezza”.
Insomma, una chiusura netta e precisa da parte dell’Esecutivo. Si osserva, però, che al di là del tentativo di favorire maggiormente la cessione del credito, nulla è stato fatto (e probabilmente nulla si potrà fare) per evitare che, al di là della indiscussa buonafede di chi acquista il credito, questo possa essere comunque sequestrato in ambito di indagine penale, bloccandolo per tutto il periodo necessario alla conclusione dei vari procedimenti. Forse, alla fine, è questa la grande paura delle banche: essere coinvolte in situazioni in cui non possono utilizzare ciò che è stato pagato in anticipo, se non quando ormai i termini l'effettivo beneficio sono spirati.