San Marino e l’impari lotta all’evasione
L’impari lotta all’evasione può essere riequilibrata anche con strumenti normativi, come l’accertamento sintetico, che permettono al Fisco di presumere l’evasione basandosi sul semplice assunto che se c’è una spesa c’è anche un reddito che la consente. Su questo tema, però, la riforma fiscale in discussione pecca di coraggio. Nel testo proposto, infatti, l’accertamento sintetico sulle persone fisiche, pur ammesso, può essere fatto solo se il reddito determinato in maniera analitica non è credibile rispetto al tenore di vita effettivo del contribuente. Un’impostazione indubbiamente equa, che spulcia tutte le carte per stanare l’evasore, lasciando a quest’ultimo, in caso di contenzioso, ben poche speranze di farla franca. L’accertamento presuntivo è meno equo, più rudimentale, tutt’altro che preciso, ma senz’altro efficace e veloce. Non ci si basa più su un’analisi certosina della documentazione contabile ma su elementi già noti all’Amministrazione finanziaria, di più rapido accesso quali l’acquisto di case, automobili, barche oppure la sottoscrizione di mutui o finanziamenti.
Se si vuole efficacemente contrastare l’evasione fiscale, la riforma fiscale deve sancire la piena indipendenza dell’accertamento sintetico da quello analitico lasciando all’Ufficio fiscale la possibilità di determinare presuntivamente fin dall’inizio il reddito complessivo del contribuente.
Ciò facendo, ovviamente, si ammette l’incapacità del Fisco di combattere equamente l’evasione. Ma non vi è equità nemmeno colpendo chirurgicamente pochi evasori lasciandosi sfuggire tutti gli altri.
(da La Tribuna Sammarinese, 29 ottobre 2013, pagina 7)